Parte la nuova rubrica “Face 2 Face”: il primo numero con Carmelo Bonarrigo

Inizia la nuova rubrica sportiva del Lunedi “Face 2 Face” ideata dal sito ufficiale del Santa Croce Calcio in collaborazione con “il giornale online SantaCroceWeb” con l’intento di conoscere da vicino le tante personalità della società di calcio camarinense. Nel primo numero, avremo la grande opportunità di scambiare due “chiacchiere” con Carmelo Bonarrigo che in due stagioni giocate nel Santa Croce, ha lasciato un segno così indelebile, così forte da attecchire nei cuori degli appassionati di calcio camarinensi. D’altronde, Carmelo Bonarrigo in 22 anni di onorata carriera (iniziata nella stagione 1993-1994 con la maglia del Milazzo in serie D) si è sempre fatto voler bene da tutti, distinguendosi per il grande equilibrio morale e la forte professionalità. Si potrebbe ben dire che negli stadi in cui è stato protagonista è diventato sempre un giocatore simbolo e quando vi è ritornato da avversario, è stato sempre accolto dal pubblico di casa con applausi e sorrisi, di certo una cosa rara nei campi dilettantistici. Eppure il bravo Carmelo in questi 22 anni di carriera ha girato tanto, toccando piazze importanti, fra cui: Taranto, Atletico Catania, Gallipoli, Igea Virtus, Giugliano, Trapani, Ragusa, Modica Palazzolo, Siracusa; e alla soglia dei 40 anni è arrivato nel Santa Croce del presidente Marco Agnello. Con la squadra biancazzurra in due stagioni ha sfiorato il salto di categoria in Eccellenza, conquistando, nella scorsa stagione, la finale della Coppa Italia del campionato di Promozione e nel campionato appena terminato la semifinale dei play off. Molti sportivi di Santa Croce vorrebbero che la sua avventura in maglia biancazzurra continuasse anche nella prossima stagione per gustarsi, ancora, un altro anno quelle geniali giocate che solo un giocatore come Carmelo Bonarrigo è capace di inventarsi. Iniziamo cosi la nostra “chiacchierata” con Bonarrigo facendo una disamina di questi due anni passati in maglia biancoazzurra:

Maglia S.Croce Settore Locali

Come giudichi professionalmente queste due stagioni vissute in una piccola realtà come Santa Croce a questo punto della tua carriera calcistica? “Per me sono state due stagioni positive, sia dal punto di vista calcistico ma soprattutto dal punto di vista dei rapporti umani. Più che una società sportiva ho trovato veramente una famiglia e devo dare merito a Peppe Nasello di questo perché negli anni passati mi ha sempre parlato bene della famiglia Agnello e delle persone vicine e adesso che ho potuto toccare con mano la situazione mi ritengo soddisfatto della scelta fatta”

Finale Coppa Italia 2014

– Nonostante la società non avesse tra gli obiettivi minimi il salto di categoria hai sfiorato per ben due stagioni la promozione in Eccellenza, perdendo con i tuoi compagni prima una finale di Coppa Italia e poi una semifinale play-off. Cosa è mancato secondo te per realizzare quello che poteva essere un traguardo sportivo sorprendente? “Devo dire che il Santa Croce nel suo piccolo, nonostante non abbia un budget di altissimo livello, sta lavorando bene nella valorizzazione del materiale umano e lo dimostrano i risultati, vedi la finale di Coppa dell’anno scorso e vedi il raggiungimento dei play-off quest’anno. Il rammarico più grande della passata stagione è stato non aver vinto la coppa innanzitutto perché non si può disputare una finale dopo un mese e mezzo dalla fine del campionato perdendo così il ritmo partita e poi perché tutto sommato rispetto agli altri avevamo meno esperienza in campo ma nonostante ciò non abbiamo assolutamente sfigurato, anzi…”

Il Santa Croce in finale!

– All’età di 40 anni come immagini il tuo immediato futuro sportivo? Molti sperano tu possa giocare ancora per tanti anni… “Il mio obiettivo futuro è quello di disputare ancora un’altra stagione da calciatore ma non voglio andare oltre la scadenza annuale. Il fatto che ci sia ancora tanta gente che mi chiede di continuare mi inorgoglisce, vuol dire che ancora non sono passato di moda ma soprattutto mi piace ancora essere da esempio per questi giovani che crescono, cercando così di trasmettergli qualcosa.”

Bonarrigo

Dove trovi gli stimoli e la concentrazione per disputare ancora stagioni di spessore come questa trascorsa realizzando circa 20 reti nonostante l’età che avanza e nonostante così tanti anni di attività? “Trovare gli stimoli giusti dopo più di vent’anni di carriera non è facile, ti assicuro che ci sono momenti in cui appenderei le scarpette al chiodo, soprattutto quando si perde la domenica ma fondamentalmente è l’amore per questo sport e per la mia famiglia che mi dà la forza di continuare in quanto alla fine posso dire di avere avuto la fortuna di fare della mia passione un lavoro che mi ha permesso di avere la mia indipendenza economica da quando avevo 18 anni. I gol invece sono la conseguenza del lavoro svolto durante la settimana e quest’anno ne sono arrivati tanti perchè la squadra mi ha messo nelle condizioni di poterci arrivare”.

Carmelo Bonarrigo

– Alcuni pensano che l’ambiente, la serenità e il contesto genuino di Santa Croce ti abbia aiutato parecchio ad allungare la tua carriera sportiva da atleta, pensi sia vero? “Sono d’accordo al 100 % con chi dice che un ambiente sano ti permette di andare anche oltre quelle che sono le tue reali potenzialità fisiche. Forse qualcuno pensava che io fossi venuto a Santa Croce a passare del tempo ma non è stato assolutamente cosi e penso di averlo dimostrato ampiamente”.

La famiglia del S.Croce

– La scorsa estate sei stato il primo acquisto del Santa Croce. La società, quel giorno, lanciò un segnale forte esprimendo chiaramente grande fiducia nei tuoi confronti. Ti auguri che la società biancoazzurra possa bussare ancora alla tua porta? Oppure non escludi la volontà di cambiare squadra la prossima stagione? “Essere considerato un punto fermo da parte della società mi ha dato ancora più energie ed è per questo che ci tengo tantissimo a ringraziare il mio amico Peppe Nasello (che insiste nel dire che potrei giocare fino a 50 anni), i due allenatori, i miei compagni e la società. Naturalmente mi auguro che il rapporto con queste persone possa continuare magari cercando di puntare più in alto di quest’anno. L’anno scorso finale di Coppa, quest’anno play-off e chissà magari il prossimo anno cercare di giocarci il campionato come tra l’altro eravamo riusciti a fare fino ad un certo punto del torneo. Attualmente penso che ci sia già una base solida dalla quale ripartire e con qualche acquisto azzeccato che ti permetta di avere qualità in più potremmo essere protagonisti fino alla fine. Intanto però mi godo il meritato riposo, c’è abbastanza tempo per decidere cosa fare il prossimo anno. La mia porta è sempre aperta soprattutto alle persone che mi vogliono bene e che mi dimostrano quotidianamente la loro stima e fiducia”

Presidente e Direttore

– Il calcio nella provincia di Ragusa sembra in forte difficoltà e ad emergere sono le società che hanno avuto il coraggio di ricominciare da zero. Come pensi che possa ripartire il calcio nel ragusano per tornare a calcare palcoscenici importanti? “Io credo che alla base di risultati importanti ci debba essere la programmazione e non l’improvvisazione, come ormai purtroppo sta succedendo in diverse società della provincia. Non ci sono più le risorse economiche di una volta, vuoi per la crisi, vuoi perché in questo momento ci sono altri sport che stanno avanzando, quindi bisogna resettare tutto e il Santa Croce in questo momento è da esempio per tutti e via via sta diventando un modello da seguire. Ma solo la pazienza e la tranquillità dell’ambiente ti permette di attuare certe politiche. Se la provincia di Ragusa vuole tornare a fare parlare di se dal punto di vista calcistico deve incominciare dal settore giovanile, è lì che bisogna intervenire per fare crescere i giovani. Io penso che questa possa essere la strada da seguire, ritrovando quel senso di appartenenza che nel tempo purtroppo si è smarrito e rimettere al centro del progetto i giovani, unica vera speranza per ricostruire….”

Bonarrigo

FABIO FICHERA

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