“Face 2 Face” con Damiano Buscema. Arriva il 5° numero della rubrica sportiva
Nuovo appuntamento con la rubrica sportiva del lunedi “Face 2 Face”. In questo numero poniamo lo sguardo sul talentuoso Damiano Buscema. Il giovane centrocampista modicano, dopo aver girato società di alto spessore (Ragusa, Messina, Noto, Modica) e aver partecipato con la fascia da capitano al torneo di Viareggio con la Rappresentativa Siciliana di serie D, è giunto a Santa Croce durante il girone di ritorno della stagione appena conclusa, diventando la marcia in più della squadra allenata dal duo La Vaccara – Buoncompagni. Grazie al suo contributo il Santa Croce è riuscito a raggiungere i quarti di finale di Coppa Italia e la semifinale play off. Oggi, Damiano Buscema, nonostante la giovane età (nato il 09/05/1994) alimenta i desideri di tante squadre che lo corteggiano e per questo motivo il suo immediato futuro sembra ancora piuttosto incerto nonostante molti tifosi biancoazzurri si augurano possa continuare a vestire la maglia della Città del Sole.
Che impressione hai avuto il primo giorno che sei arrivato a Santa Croce? “L’impressione è stata subito ottima. Avevo sentito parlare sempre bene del Santa Croce e così è stato… Dal primo giorno mi sono sentito parte integrante di una grande famiglia quindi non è stato difficile inserirmi, ringrazio quindi la società e ai miei compagni di squadra per questo”.
Hai indossato la maglia biancoazzurra solo per pochi mesi entrando però subito negli schemi della squadra. Come sei riuscito ad ambientarti così in fretta?“Mi sono sentito a mio agio già dal primo allenamento. Sicuramente il fatto di conoscere già qualcuno della squadra mi ha aiutato. Dopo la prima settimana ho capito l’idea di gioco degli allenatori e poi è venuto tutto più semplice.”
Le tue prestazioni hanno dato un importante contributo per il raggiungimento dei play-off, in semifinale però il tuo bel gol non è bastato. Cosa pensi sia mancato al Santa Croce per il salto di categoria?“Sono contento di aver contribuito al raggiungimento dei play off. Mi è dispiaciuto però lasciare la squadra per infortunio nel momento più difficile e più bello ma purtroppo il calcio è anche questo. Penso che a noi per vincere il campionato servivano 3/4 elementi di esperienza in più”.
Se dovessi scegliere un solo giocatore che ti ha colpito di più in pochi mesi di militanza a Santa Croce, chi citeresti? E perché?“Il giocatore più forte ce l’avevamo noi, Carmelo Bonarrigo. Ho giocato in D, Eccellenza, Promozione e non mi ha impressionato mai nessuno in questi anni in particolare, tranne lui. Non parlo solo delle doti calcistiche ma anche e soprattutto della persona e delle sue doti umane.”
Nelle ultime stagioni hai collezionato parecchie presenze tra Serie D ed Eccellenza. Poi 5 mesi al S.Croce in Promozione, cosa ti ha spinto a confrontarti in un campionato di minor profilo?“Parto dal presupposto che io per dare il massimo ho bisogno di serenità. Prima di andare a Modica ho avuto contatti con squadre di serie D ma ho rifiutato perché, al di là dell’importanza del campionato, per me conta andare in una società seria e organizzata. Dopo l’esperienza pessima a Modica, sono stato contattato dal ds del Santa Croce e per quello che avevo in mano ho ritenuto fosse la scelta più giusta quella di accettare e infatti non mi sono sbagliato.”
All’età di 21 anni, cosa ti aspetti dal tuo futuro calcistico? Quali sono le tue ambizioni personali?“Non ti nascondo che l’obiettivo è sempre quello di giocare in campionati superiori ma solo in una società e in un contesto serio. Senza questi presupposti non escludo l’ipotesi di continuare a giocare in un campionato, pure sempre importante, come la Promozione”.
Il calcio ibleo sembra essere in piena crisi. Società in vendita, sponsor indifferenti, Comuni impegnati in problematiche più urgenti: quale pensi che sia la ricetta giusta per far rialzare il capo, calcisticamente parlando, alla nostra provincia? “A mio modesto parere penso che il calcio nella nostra provincia sia ormai morto e il primo passo da fare sia quello di rendercene conto un po tutti. Dispiace vedere importanti centri come Modica, Ragusa, Vittoria e Comiso con tanti problemi ogni anno. Non so quale sarebbe la soluzione migliore per ripartire, magari prendere esempio dal Santa Croce, come inizio non sarebbe male.”
FABIO FICHERA